



Passeggiando con il mio pixel rifletto su che piega abbia preso il mio percorso fotografico. Come sono arrivato dall’avere una pesante DSLR appesa al collo ad accontentarmi di un telefono?
Beh, calma, “accontentarmi” è una parola grossa, però resta il fatto che non trovo più adatto a me quel tipo di attrezzatura, troppa roba, troppe distrazioni. Ho poco tempo per fotografare (ammesso che non sia la solita scusa…), ma è proprio l’idea di partire con armi e bagagli che mi frena. Così anni fa le mirrorless mi hanno aiutato molto sotto questo punto di vista e come me credo moltissimi altri.
Eppure non mi basta. Sto vendendo parte delle mie ottiche, che tanto stanno lì a prendere la povere, ma poi? Di nuovo altro corpo macchina e obiettivi? Anche no. Preferirei qualcosa di compatto con ottica integrata magari fissa (niente zoom grazie!) da portarmi letteralmente tasca ogni giorno. Se c’è una cosa che ho imparato è che più è semplice più è efficace. Sono idee ed i modi per esprimerle ciò di cui ho bisogno, non immagini da postare.
Il mio “One camera, One Lens, One year” è lì a ricordarmelo; senza orpelli ci si deve arrangiare e frugare nel sacco per metterci la propria di farina. Ma ne è rimasta di farina nel mio sacco? Come Diogene con la lanterna in cerca dell’uomo, sono anni che mi aggiro un po’ smarrito con la macchina fotografica in mano in cerca di esprimermi meglio senza riuscirci.
Poi mi sta solleticando anche la fotografia istantanea ,Polaroid soprattutto, insomma vorrei dare una rinfrescata al mio modo di fare fotografia dopo questi ultimi anni di piattume, ne sarò capace? O come spesso mi capita finirò per perdermi per strada inciampando nei miei buoni propositi?
Stiamo a vedere…
Cadi sette volte, rialzati otto.
– proverbio giapponese
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