









In una freddissima mattina, cammino con gli occhi aperti e la testa sgombra. E’ quasi più un esercizio mentale che fotografico. La ruggine da togliere è tanta, non pensavo di fare così fatica. Persino la macchina fotografica sembra indecisa sul da farsi. Qui serve molto esercizio. Devo fare pratica per riprendere il filo del discorso.
Dopo circa tre ore resto senza batterie (vecchie ed esauste pure loro) come segno che un po’ di rinnovamento è necessario. Ordino subito un paio di batterie nuove online e mi consolo in una pasticceria con una “giusta” dose di zuccheri.
Rileggendo dal mio quadernetto degli appunti: “…la Fuji sembra lenta, impacciata. L’autofocus spesso fa cilecca… o più probabilmente sono io che non leggo le situazioni a dovere…”. La seconda direi, ma se in tutti questi anni, tra periodi di attività intensa e lunghe pause, ho sempre cercato di correggere i miei difetti non vedo perché non dovrei farlo anche questa volta.
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