












Proseguo l’avvicinamento a piccoli passi al genere fotografico a mio avviso più importante e complicato e, per questo, il più affascinante: la street photography.
Importante per tutto ciò che ancora mi raccontano le foto dei grandi del passato; storia, società, moda e soprattutto persone altrimenti perse per sempre nell’oblio del tempo.
E’ un genere che ho più volte “corteggiato” in questi anni (qui puoi trovare qualche mio tentativo), sicuramente subendo l’influenza di “streeters” storici come Maier, Moriyama , Winogrand o dei più contemporanei Suzuki, Shaller, Selaru e tanti altri, ma la pratica per il colpo d’occhio, la capacità di prevedere, l’abilità di stare nella scena senza influenzarla e comporre con luci e ombre non sono cose che si improvvisano, ecco perchè è un genere complicato. Non si fa street camminando in città per qualche ora, nonostante qualche venditore di fumo vanti ricette facili.
Ora dopo anni di paesaggi contemplativi tra verdi cattedrali, entro in grandi stanze nuove della fotografia con curiosità e rispetto. Al momento sto ancora sperimentando, devo cambiare le pacate abitudini boschive con ritmi urbani più frenetici, tanto che tra gli alberi scattavo anche a 1 secondo, mentre ora mi ritrovo spesso a 1/1000. A tal proposito ho anche in mente di aggiornare la mia attrezzatura in funzione di ciò… ma di questo avremo tempo di parlarne…
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