
Natale dovrebbe essere un periodo di buoni sentimenti e successivamente , di buoni propositi, io lo vivo un po’ combattuto da anni. Se da un lato mi piace il ritrovarmi con i miei cari, dall’altro vengo sopraffatto dalla sottile malinconia di un altro anno passato annaspando tra i marosi sempre più impetuosi della corrente di ogni giorno.
Tra queste onde e mulinelli che cercano di tirarmi giù, penso alla mia fotografia. Che diavolo centra direte voi? Per me centra eccome.
Ho sempre pensato alla fotografia, ed a tutte quelle attività che mi permettono di guardarmi dentro, come uno scoglio a cui aggrapparmi. Un isolotto sul quale riposare e prendere grandi boccate d’aria prima di rituffarmi e lottare contro l’oceano.
Ebbene, queste foto le ho scattate in una fugace mattina, approfittando del “regalo” di una manciata di ore di inaspettata bonaccia, uno scoglio più grande ed accogliente del solito insomma.











Nessuna velleità narrativa, solo scatti in libertà, così come l’istinto mi diceva. Solo il piacere di camminare, esplorare e la curiosità di vedere cosa avrebbe destato la mia attenzione. Sulla via del ritorno, con molto più ossigeno nei polmoni e nella testa, pensavo appunto alla mia fotografia.
Che piega ha preso? Negli ultimi anni è andata un po’ alla deriva. L’ultimo progetto vero e proprio risale al 2016 e poi? O il mare è diventato sempre più agitato oppure le mie capacià di galleggiare nel turbinio quotidiano è meno semplice di prima e gli scogli paiono sempre più lontani e rari.
Per l’anno nuovo non vedo terra ferma all’orizzonte, ma in fondo, come in tutte le cose che non vanno come vorremmo, siamo noi il primo problema ed io certamente non faccio eccezione. A volte temo che la corrente sia troppo forte e per un attimo mi vien quasi la tentazione di lasciarmi andare, mollare la presa e lasciare la fotografia allontanarsi, come Chuck Noland perde Wilson tra le onde. Tutte le passioni poi devono fare i conti con la “real politique” della vita, c’è poco da fare.
Io il mio Wilson non lo mollo ancora, ma aggrapparsi all’albero spezzato di questa zattera nella tempesta sarà sufficiente? Ultimo post dell’anno pessimista, ne sono consapevole. Se vi è andata di traverso la fetta di panettone, perdonatemi, ma così è.
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