Springtime memories with my Fuji X20

Fuji X20 Il post meglio indicizzato da google del mio blog è ancora un vecchio articolo che parlava della piccola Fuji di più di sei mesi fa ed è probabilmente per questo motivo che in molti mi chiedono come va questa macchina. Il dubbio più ricorrente, anche se non sempre espresso, è se la X20 è paragonabile alla reflex e puntualmente mi cadono le braccia.

Allora sgomberiamo il campo dai malintesi. La Fuji X20 è una cosiddetta “compatta evoluta” che offre la possibilità di intervenire su tutti i parametri della fotografia (diaframma, tempo, iso, ecc…), che scatta in RAW e che offre a mio parere un’accoppiata sensore-obiettivo di altissimo livello, ma che resta sempre una compatta. I file che produce sono davvero notevoli e, superando definitivamente le incongruenze con i software di postproduzione, c’è da rimanere a bocca aperta, soprattutto per la nitidezza che a volte è così “tagliente” che mi vedo costretto a stemperarla un poco.


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La reflex comunque è un’altra cosa, non che sia migliore o peggiore, ma è un’altra cosa. Quindi è meglio avere in testa cosa si vuole fare prima di aprire il portafoglio. Il motivo che per primo mi ha spinto a prendere la Fuji sono le mie bambine. Ebbene sì, da padre impegnato avevo l’esigenza di qualcosa di leggero ma di qualità da portarmi dietro durante le uscite con le piccole, perchè sempre più spesso la reflex restava a casa. Peso ed ingombro quindi i fattori chiave. Tutto il mondo “mirrorless”, che io guardo con molto interesse, parte da questo semplice, ma essenziale concetto: dare prodotti performanti alla metà del peso e dello spessore.


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Poi, usandola, ho scoperto un mondo e vi assicuro che scattare con la leggerezza di 330g non è cosa da poco. La reflex resta nel mio bagaglio, perchè è un sistema molto maturo e per certi lavori ho bisogno di sentire tra le mani un oggetto di un certo peso, con ottiche specifiche mirate per il fine che mi propongo, ma diamo tempo al tempo. Ho la netta sensazione che le mirrorless prenderanno il posto, almeno per la parte che va dall’entry level fino al prosumer, che oggi occupano le reflex, relegandole a ruolo prettamente professionale. Basta guardare cosa sta facendo il colosso Sony con la serie alpha7 e quando si muovono i grandi…


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Tornando a noi consiglio a chiunque di provare questi gioiellini. Abbandonate, almeno per un attimo, l’atavica esigenza maschile (le donne sono molto meglio in questo) di avere il grosso obiettivo da sventolare a destra e a manca, la vostra “virilità” non ne risentirà. Assaporate il piacere di tornare un po’ alle origini. Occhio, cuore e cervello  diceva qualcuno e molto spesso è tutto ciò che serve.

Ho assistito ad estenuanti discussioni se fosse migliore la versione f4 stabilizzata oppure la f2.8 non stabilizzata, ma è solo “fuffa” se poi le foto sono solo un esercizio tecnico e nulla più.


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La macchina perfetta non esiste (per fortuna dico io) ed anche la X20 ha i suoi limiti. La batteria è chiaramente sottostimata, ma è semplice ovviare con batterie di riserva. La messa a fuoco non sempre risponde con la rapidità che mi aspetterei (per la street è uno svantaggio) e l’uso del focus peaking in manuale non mi convince per niente. Il mirino ottico (uno dei punti decisivi al momento della scelta) non lo uso quasi mai, lo trovo scomodo e con fastidiosi effetti di dispersione ottica. Poca cosa comunque rispetto al divertimento che questa macchina può dare.

Le semplici foto che vedete in questo post le ho scattate durante una passeggiata improvvisata domenica scorsa. La facilità con cui la Fuji m’è entrata in tasca. La naturalezza con cui l’ho portata durante il cammino e con cui ho scattato godendomi la brezza arrampicandomi per un erto sentiero mi ha letteralmente alleggerito il cuore. Uno spirito leggero aiuta lo sguardo a trovare forma e luce e la piccola X20 da il suo contributo in tal senso.

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