NIkon D7000+35mm 1.8 Cosa c’è di più bello che entrare in casa e sentire il profumo di un dolce appena sfornato? Il tutto magari condito di risate di bambini che ,correndoti incontro, ti danno il bentornato? E’ un’immagine trita e ritrita da anni di spot televisivi di famiglie felici, con mamme sempre pettinate e papà sorridenti che vanno al lavoro, ma fortunatamente a volte capita anche a me e non mi dispiace affatto. Mi è sempre piaciuto pensare a mia moglie che prepara qualcosa di buono per tutta la famiglia, mi da un senso di calore che addolcisce l’intera giornata (ecco il solito sentimentale…).
Quindi entro, annuso, vedo (e poi mangio ovviamente) e vista la piacevole composizione di colori e forme mi impadronisco della cucina per mezz’ora.
Sarò sincero, la food photography non è mai stata nelle mie corde, troppo edulcorata, troppo costruita ed un po’ ripetitiva, ma essendo praticamente onnivoro, fotograficamente parlando, non posso restare insensibile di fronte ad esempi di grande raffinatezza come questi (minato). Genere in cui i giapponesi sono maestri.
Sposto il tavolo vicino alla finestra. La luce che entra è diffusa (stranamente il cielo oggi è coperto…), ma probabilmente troppo poca. Il 35mm è sì luminoso, ma aprire troppo crea problemi di messa a fuoco troppo stretta perciò mi aggiro tra f4 ed f8. Ovviamente treppiede e telecomando o autoscatto in mancanza di quest’ultimo. La macchina è molto stabile, ma esagero alzando lo specchio prima di scattare; spesso sono questi dettagli che fanno la differenza. Dopo qualche prova lascio perdere il flash e compenso con tempi lunghi. Chissà perchè il flash non riesco ancora a digerirlo fino in fondo, è una lacuna che devo assolutamente colmare…
Ultimamente tento di non proporre uno scatto singolo ma, quando posso, una sequenza di almeno 4-5 scatti in modo da dare in un post una visione più ampia dell’idea che ho in mente e quindi cerco di scattare di conseguenza, ma questo è un argomento che merita un articolo a sè.
Mentre scattavo sapevo già come avrei trattato i file in postproduzione. La tendenza oggi sembra quella di desaturare, tagliare i neri e comporre con tendenze minimaliste. A ben pensarci un metodo forse più adatto a cucine giapponesi o spogli tinelli anglosassoni; la cucina italiana ha più prodotti quindi ha bisogno di più colori e profumi (ricordate la cucina di vostra mamma mentre faceva il ragù?), ma cavalco la tendenza e mi adeguo. Le guarnizioni poi, fornite dalla cognata d’oltremanica, fanno al caso mio.
Per chi fosse interessato metto il download diretto di un mio preset per lightroom (versione 4.4) che ho usato come base per queste foto. [wpfilebase tag=file id=1 tpl=3-col-row /]
Probabilmente una sorgente di luce più alta sarebbe stata migliore, avrebbe dato meno ombre, ma non c’era lo spazio per montare softbox e non avevo un riflettore a portata di mano (nota per la prossima volta). Commercialmente parlando potrebbero funzionare, emotivamente parlando anche e ringrazio la gentil consorte che riempie le mie giornate di dolcezza e che sopporta-incoraggia la mia passione. Spero che queste foto le piacciano e la inducano a sfornare ancora di più…
Il bello comunque di questo genere fotografico è che se proprio le foto vengono male ci si può sempre consolare mangiando il soggetto!
Ottimi direi!
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Te lo posso confermare!
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Belle foto, ma sai che è un genere che a me piace..
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Grazie Miss!
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