Fuji X20 In questo periodo non ho il tempo che vorrei da dedicare alla fotografia. Capita, ma la testa è quasi sempre lì e trovo piacere anche nel trasformare una semplice passeggiata serale in un esercizio per allenare occhio e mente. Nel breve sentiero che costeggia il lago, percorso migliaia di volte, gli spunti sono lì da cogliere. Come al solito la cosa più difficile è liberarsi dai canoni compositivi che vanno per la maggiore (in specialmodo per i paesaggi), non pensare a quanti “mi piace” potremo ottenere, ma cercare texture, ombre e luci. La parola d’ordine è: semplicità. L’immagine che fa dire” Wow!”, non ci interessa, almeno non ora ed anche una banale passeggiata di mezz’ora può diventare spunto per delle riflessioni fotografiche e non solo.
Con il passare del tempo le “grandiose” composizioni stile 500px (per intenderci), levigate, saturate ed “equalizzate” all’inverosimile tanto da sembrare tutte uguali, mi stanno un po’ stufando. Forse è un po’ discorso del “voglio ma non posso”, forse è la conseguenza della tonnellata di immagini che ogni giorno mi passano davanti, forse è la percezione che ogni fotografia che penso è già stata scattata milioni di volte e quindi che fare? Blocco dello scrittore? Blocco dell’otturatore?
In questi casi di ispirazione sbiadita mi ha sempre aiutato togliere tutti gli orpelli e concentrarmi sulla sensazione primaria, quella che mi spinge a scattare, quella che mi esalta quando guardando nell’oculare comprendo che funziona.
Sembra poco, ma vi assicuro che poco non è.