Nikon D7000 + Sigma 10-20 Forse in gioventù ho guardato troppi thriller americani da quattro soldi, ma la classica scena dell’assassino che insegue la sua vittima tra gli alberi della foresta, magari con la nebbia, magari di notte, mi ha sempre spaventato. Irrazionali paure di un ragazzino che fa di tutto per stare alzato a guardare il film per poi correre sotto le coperte con la sensazione che qualcuno scivoli fuori da dietro l’armadio.
La meravigliosa foresta del Cansiglio avvolta dalla nebbia mi ha riportato quel brivido alla mente ed è stato naturale in un ambiente così grandioso inscenare una specie di revival di quella sensazione. Evidentemente i gusti cinematografici che mi accompagnano da sempre hanno forgiato la mia immaginazione ed in certi luoghi sento ancora un po’ il richiamo di vecchie storie. Infondo uno che è cresciuto leggendo Poe, Tolkien e Lovecraft non può che amare ambientazioni drammatiche e misteriose.
Dopo varie scorribande ho identificato il posto giusto, una piccola piana con alberi molto alti e distanti fra loro. Per il fattore nebbia invece è necessario aspettare e farsi l’occhio per capire a fondovalle quando è il momento buono. Molte volte sono arrivato e la nebbia era già svanita, oppure pioveva a dirotto, insomma raramente ho trovato un nebbione denso ma luminoso come questo, ma la pazienza è la virtù dei forti.
In un post di qualche tempo fa paralvo di “pattern” e di come la visione sia organizzata nel rilevarne le differenze. La nebbia istintivamente ci mette in preallarme perchè modifica il pattern rendendolo instabile, luce e ombra cambiano in continuazione creando falsi riferimenti che si confondono con quelli reali. Insomma un climax ideale per rievocare ataviche paure.
Va a formarsi sempre più nitida una presenza che mi osserva. Mi segue, si nasconde. Forse è un gioco di luce, forse un tronco sporgente, forse mi sto immaginando tutto. Tutti i sensi sono all’erta, tanto da sussultare ad ogni più piccolo rumore. Mi guardo le spalle, un brivido dietro la nuca e quasi mi metto a correre ed eccolo là. Appare in mezzo al sentiero e mi sbarra la strada. Appoggiato ad un albero assapora per qualche istante il mio terrore. Non ho scampo…
Concludo con le consuete note tecniche. L’attrezzatura utilizzata è molto semplice: treppiedi, grandangolo e telecomando (necessario se nessuno vi ha accompagnato). La parte più ostica s’è rivelata la post-produzione. Inizialmente avevo puntato al bianco e nero; scelta un po’ scontata e semplificatrice, ma non rendeva l’atmosfera come volevo. Mi sono avventurato quindi in una calibrazione cromatica che dire ostica è poco. Bastava infatti variare minimamente la temperatura colore che la nebbia diventava gialla-rossa-viola-blu. Ho sbattuto la testa per vari giorni fino a trovare una certo equilibrio ed armonia fra le varie foto, ma dovrò fare assolutamente un workshop sulla gestione del colore.
Una testata che ha fatto bene, bella atmosfera e toni naturalmente!!
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Grazie Miss. Guardando le foto non sono ancora convinto della calibrazione cromatica, non so, qualcosa non mi torna, ma ero talmente stanco che ho pubblicato lo stesso…
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Per me è tutto perfetto…
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Complimenti, molto belle, anche il racconto di accompagnamento contribuisce a renderle ancora più accattivanti.
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Grazie Aldo. Il tuo commento conferma la riuscita (almeno in parte) del mio tentativo. Grazie ancora.
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Awesome pictures! I especially like the color and the mystic mood!Greetings
Andy
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Thanks Andy. I’m glad you like them!
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