
La difficoltà della street è mettere tutte le cose al loro posto, soprattutto le persone. Se la definizione canonica di street photography è quel genere fotografico che coglie soggetti in situazioni reali e spontanee in luoghi pubblici (wikipedia), nel fotogramma tutto dovrebbe stare in quell’ordine “spontaneo” che va visto, anzi previsto da fotografo. Sostanzialmente è la differenza tra me e un bravo streeter.
Nasco paesaggista e chi è abituato a fare foto con il treppiedi tende ad altri ritmi, eppure insisto.
La foto sopra ha vari errori tra cui due evidenti di composizione: la pipa dell’uomo in primo piano (elemento che caratterizza il soggetto quindi non secondario) si perde con lo sfondo nero del portone, la donna subito dietro è parzialmente coperta.

Questa immagine, scattata a Barcellona anni fa, invece mi soddisfa di più. Nonostante il notevole numero di persone, trovo un ordine soddisfacente, con persone che convergono da destra e da sinistra, verso la coppia centrale, creando un movimento equilibrato. Lo sguardo passa da una parte all’altra fermandosi spesso sul signore occhialuto centrale. Funziona decisamente meglio.
Volendo approfondire il discorso posso consigliarvi una corposa trattazione dal sito di Eric Kim che io riguardo spesso giusto per confondere ancora di più le mie poche idee con forme geometriche e diagonali varie.