C’è un posto dove tutto comincia, forse è sempre stato così, un posto dove prima o poi ritorni e tiri le somme. Come sono cambiato rispetto all’ultima volta? Cosa ho fatto in più o cosa non ho fatto? Dove ho mancato? Ho mantenuto le promesse fatte oppure mi riprometto di mantenerle, ancora una volta?
E’ un po’ come misurarsi con l’albero in giardino attorno a cui giocavi da piccolo ed a cui ora ti appoggi per leggere un libro o per assaporare un briciolo di silenzio. Sempre meno, purtroppo. Lui non ti giudica, ti ha visto crescere e con sguardo severo, ma buono, ti ascolta e tu non puoi non rispondere alle sue tacite domande.
Chi non ha un posto, una strada, una stanza, una canzone o un libro che ricordano la giovinezza e costringono e cimentarsi con il più o meno doloroso confronto tra progetti di allora e risultati di oggi.
Scrivendo l’ultima frase mi rendo conto di aver peccato di ottimismo e che invece questa sia una pratica in lento ma inesorabile disuso. Ognuno è sempre più avvolto dalle proprie certezze (mai che venga un dubbio…), ma tant’è, io invece sono di nuovo qui a guardarmi riflesso in questo specchio di dolomia con la speranza di riconoscere ancora chi ho davanti.
Con la fotografia è più o meno lo stesso. Ogni volta a cercare di ritrovarmi nelle foto che scatto e non parlo certo di selfie, ma di aggiungere un’altra tessera. Spero che alla fine il mio mosaico non sia così male.
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